Federico Rossano
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Biografia breve di Federico Rossano
Federico Rossano (Napoli 1835 - 1912) è stato un pittore del XIX secolo. Figlio di Vincenzo e di Elisabetta Guisini, il giovane Rossano frequentò poco il R. Istituto di Belle Arti di Napoli, dove era iscrito, per trasferirsi presto (1858) nella Villa Favorita a Portici, dove Marco De Gregorio aveva lo studio, e dove fu raggiunto a inizio anni Sessanta da Giuseppe De Nittis e da Adriano Cecioni. Fu questo il nerbo della Scuola di Resina, tra i cui componenti confluirono più tardi altri artisti come Dalbono e Campriani. Costoro fecero della ripresa dal vero del paesaggio, attraverso una pittura di macchia, solida, dimentica dello sperimentalismo analitico di Filippo Palizzi, la loro cifra, antiaccademica e antimorelliana. Rossano esordì alla prima mostra della napoletana Società Promotrice di Belle Arti del 1862 con due paesaggi, uno d'immaginativa e l'altro intitolato Un mattino d'autunno. Seguono poi le mostre del 1863 (Paesaggio e Campo di grano; del 1864 Marina); del 1866 (Dintorni della Lombardia e Castagneto nei dintorni di Lucca); del 1869 (Dopo il cattivo tempo). Fu presente in queste esposizioni anche negli anni Settanta: nel 1871 (Dintorni d'Iscbia), nel 1873 (Bosco di Portici), nel 1874 (Marina d'Ischia, acquistato dalla Promotrice fu sorteggiato a Vincenzo Volpicelli, (un Tramonto ed un Bosco), nel 1875 (Dopo la pioggia, Dintorni di Bougival, Bosco di Portici e Dintorni del Vesuvio). Dopo la scomparsa di De Gregorio (1876), Rossano si trasferisce a Parigi, dove già risiedeva De Nittis e dove rimarrà fino al 1892, esponendo spesso ai Salons des Beaux Art. Partecipò alle due Esposizioni Universali parigine del 1878 (Strada di Castellammare, Ricordi dell'inondazione della Senna, I mietitori, Dintorni di Montrebout, Presso la Senna) e del 1889 (Rive dell'Oise, due vedute dei Dintorni di Soisson, Dintorni di Napoli, Effetti di neve e il pastello Inverno). A Parigi ebbe modo di frequentare gli artisti e i letterati più noti, approfondendo il suo linguaggio in direzione dei paesaggisti di Barbizone dell'ultimo Corot verso il quale lo portava l'amore per l'essenzialità della tavolozza, per le foschie e le tinte rossastre. Nel 1873 ottenne la medaglia di II classe con il quadro Fiera dei buoi a Capodichino esposto alla Mostra Universale di Vienna (acquistato da Goupil). Ormai noto sul mercato francese, nel nel 1889 organizzò a Parigi una sua personale. Al suo ritorno a Napoli, nel 1895 assunse la cattedra di pittura al R. Istituto di Belle Arti, mantenuta fino al 1902. Qui ricominciò a partecipare alle mostre della Società Promotrice fino a quelle del primo Novecento: nel 1911, quando espose Dopo l'uragano (Napoli, Amministrazione Provinciale) e Carro di paglia (riproposto l'anno seguente alla Sala Tarsia a Napoli) fu anche tra i consiglieri insieme con gli scultori Pasquale Duretti, Alberto Ferrer e Raffaele Marino e i pittori Migliaro e Santoro e Jerace presidente. Partecipò spesso anche alle mostre nazionali. Ricordiamo il Paesaggio di composizione alla Mostra Nazionale di Firenze del 1861; i Dintorni di Parigi alla Nazionale di Napoli del 1877. Alla Nazionale di Torino del 1880, quando risiedeva a Auvers sur Oise, espose La Messe, alla Nazionale di Roma del 1883 un Crepuscolo, la Raccolta di frutta, La Primavera, A Torino nel 1898 mandò I fieni (dintorni di St. Germain).
FONTE: L'Ottocento Napoletano dalla veduta alla trasfigurazione del vero
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